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Ecco alcune delle macchine che si useranno nei laboratori. Realizzate in legno e altri materiali, le macchine sono copie fedeli di oggetti originali, di cui riproducono, oltre che l’aspetto, i meccanismi e le funzioni. ----------- Il vantaggio, rispetto agli originali, sta nel fatto che possono essere maneggiate senza timore.

 

 

 

E’ lo stesso Guyot, padre della veduta ottica, a spiegare come realizzarla:
"Fate un scatola profonda 6 pollici, chiudetela anteriormente con un vetro trasparente dietro al quale successivamente andranno posizionate le vostre stampe. ( …) Queste non dovranno essere trasparenti; anneritene il lato posteriore (solo nei punti che non dovranno illuminarsi) con uno strato spesso di colore prodotto con della fuliggine. Create una botola apribile sul lato posteriore, ( …) sistemate le stampe nella scatola tra le candele accese e il vetro posto sul davanti: se non ci sarà che un filo di luce nella stanza, godrete di una visione molto piacevole soprattutto se avrete avuto l’accortezza di distanziare bene le candele tra loro in modo che la luce non risulti troppo forte e non crei macchie luminose."

(E.G.Guyot - Nouvelles récréations physiques et mathématiques - Paris, 1799)

 

 

 

Presentato all’Esposizione Universale di Parigi del 1878, fu così descritto: "Basato su una nuova combinazione ottica, il Praxinoscopio (Praxis = azione, scopeo = guardo) produce l’illusione del movimento, utilizzando una tecnica innovativa capace di una resa più completa rispetto a quanto finora ottenuto. Tutte le macchine ottiche di questo genere creano l’illusione del movimento grazie ad una successione di disegni rappresentanti posizioni successive di una stessa azione. (… ) nel Praxinoscopio la sostituzione delle pose è ottenuta con l’aiuto di specchi piani posti al centro della macchina. Le immagini si susseguono sugli specchi sovrapponendosi, in modo da produrre un’illusione più completa e fluida di movimento."


(Madame Burée - La Bimbeloterie, Studi sull’Esposizione del 1878 -
Parigi, 1879)

 

 

 

 

 

 

"E’ una scatola ai cui lati su striscioline laterali si fissano, a distanze ineguali che vanno sempre aumentando più ci si allontana dalla facciata, dei cartoni sagomati formanti delle quinte teatrali. Sul fondo della scatola viene posto un fondale a completare il tutto.
Solitamente la prima quinta ha la forma di un sipario attraverso il quale si osserva tutta la scena."

(E.G.Guyot - Nouvelles Récréations physiques et mathématiques - Paris, 1799)

lanterna

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